Bambini sulla strada allergica

Le diverse forme di allergie che coinvolgono i bambini sono in continuo aumento. Eczema atopico, asma, riniti, congiuntiviti e dermatitisono le più frequenti. I motivi scatenanti possono essere ricondotti a due cause principali:

  1. agenti atmosferici, pollini di alberi e graminacee;
  2. sensibilizzazione agli alimenti / additivi alimentari / conservanti

Una maggiore sensibilizzazione agli alimenti, e ai loro additivi, può essere dovuta alla continua introduzione di alimenti ricchi in conservanti, additivi, grassi idrogenati (oli vegetali diversi dall'olio di oliva), coloranti artificiali, dolcificanti sintetici, tutti potenziali fonti di rilascio di alte dosi d'istamina.

Il sistema immunitario si trova a dover fronteggiare nuove sostanze (con le quali non è mai stato a contatto), e deve quindi creare una sorta di adattamento immunologico, la cosiddetta tolleranza immunitaria. Tuttavia, occorre del tempo perché ciò avvenga.

Intanto, nuove forme di allergie e intolleranze fanno la loro comparsa, coinvolgendo ogni apparato sensibile: dalla pelle con le dermatiti, il naso e gli occhi con le riniti e congiuntiviti, fino a vere e proprie forme di asma bronchiale.

Come possiamo ridurre la sensibilità a sviluppare nuove forme di allergie (non mediate dagli anticorpi specifici chiamati IgE, ma che coinvolgono il sistema immunitario innato)?

Innanzitutto, bisogna tenere bene a mente che una sana alimentazione si costruisce durante l'infanzia. È importante rispettare lo svezzamento fisiologico, i tempi d'introduzione degli alimenti, consigliati dal Pediatra, e seguire – fin da bambini - un piano nutrizionale adeguato e il più vario possibile.

Tra le possibili sensibilità agli alimenti vi sono quelle verso le proteine del latte vaccino e l'intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte). Conoscere l'agente causale ci aiuta a ridurre i sintomi di rinite o dermatiti.

Altro problema, più diffuso di quanto si pensi, è la sensibilità al glutine, la cui individuazione permette di seguire un piano nutrizionale con esclusione e/o riduzione della quota di glutine assunta, che può prevenire lo sviluppo di varie patologie: mal di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza, dolori muscolari e molti altri problemi.

Le intolleranze agli alimenti, o ai loro conservanti e additivi, possono inoltre essere la causa di infezioni ricorrenti della gola, orecchie, occhi, bronchi, e di alcune forme di orticaria.

Molto spesso, gli alimenti "scatenanti" sono ingeriti anche uno o due giorni prima della manifestazione allergica, proprio per questo può essere difficile individuarne la causa.

Il controllo delle allergie si ottiene quindi anche attraverso un'alimentazione corretta, e calibrata secondo le proprie caratteristiche ed esigenze.

Le costruzioni moderne presentano caratteristiche costruttive ed abitative che, per motivi di risparmio energetico e per migliorare il comfort di chi vi abita, consentono una facilitata moltiplicazione degli acari della polvere. La ridotta ventilazione spontanea per effetto dei sistemi di conservazione dell'energia (porte e finestre ad azione "sigillante"), il riscaldamento centralizzato, l'utilizzo frequente di moquette o tappeti e l'incremento dell'umidità ambientale come conseguenza della riduzione della ventilazione spontanea e/o dell'utilizzo di umidificatori, sono tutti fattori che favoriscono la proliferazione dei parassiti della polvere e il ristagno degli agenti inquinanti. Nel bambino allergico è necessario perciò applicare misure di prevenzione anti-acaro e, quando possibile, progettare sin dall'inizio gli ambienti interni ed il relativo arredo in modo da ostacolare la crescita di questi microscopici parassiti.

Che cosa sono gli acari

Gli acari sono animaletti microscopici, simili a piccoli ragnetti, presenti nella polvere di quasi tutte le case. I più comuni si chiamano Dermatophagoides pteronyssinus (DPP) e Dermatophagoides farinae (DPF). Essi sono innocui, salvo che nei soggetti allergici, in cui possono indurre rinite, tosse, congiuntivite, asma ed eczema. I bambini diventano allergici non tanto all'acaro in sé, bensì ad alcune sostanze che il parassita espelle con le feci e che, liberandosi nell'aria, vengono facilmente inalati o arrivano a contatto della pelle.

Il loro ambiente ideale è rappresentato dai luoghi caldi e umidi e la loro presenza si concentra particolarmente all'interno delle imbottiture di cuscini, materassi e piumini. Per sopravvivere si nutrono delle microscopiche scaglie della nostra cute (forfora e desquamazione). Di conseguenza la temperatura di un materasso su cui dorme un individuo (dai 20° ai 30° C), l'umidità relativa (sudore) sprigionata dal corpo umano e le squame che si staccano dalla cute del paziente (per sfregamento della pelle con le lenzuola) sono elementi ideali per lo sviluppo degli acari. Il periodo di massima concentrazione ambientale è costituito dalla stagione autunnale ed invernale. Gli acari non sopravvivono ad altitudini superiori ai 1500 metri.

Come deve essere la cameretta del bambino allergico

La camera da letto va arredata con mobili semplici, possibilmente di superficie liscia e di forma regolare, che possano essere facilmente puliti a fondo tutti i giorni. Occorre perciò eliminare i mobili imbottiti con lana, piume o materiali vegetali. I materassi ed i cuscini dovrebbero essere avvolti in involucri impermeabili agli acari ma permeabili al vapore (sudore umano) per essere allo stesso tempo efficaci e confortevoli. Nessun materasso è da considerarsi privo di allergeni, anche quello in lattice, ed è stato recentemente dimostrato che i cuscini in materiale sintetico contengono più acari di quelli di piuma. Le coperte o i piumoni devono essere lavate frequentemente (almeno ogni due settimane) e messe ad arieggiare tutti i giorni. Anche le lenzuola devono essere lavate spesso (almeno ogni sette giorni) in acqua molto calda (ad oltre 55° C). In alternativa esistono copricoperte-copripiumoni degli stessi materiali sintetici anti-acaro con cui vengono fatti i coprimaterassi ed i copricuscini. Il bambino allergico deve evitare di saltare sul letto e di "far battaglia" con i cuscini, poiché ciò determina la dispersione nell'aria degli allergeni. Tende e tappeti devono essere di cotone o tessuto sintetico e vanno lavati frequentemente. Le tende è preferibile che siano piccole, "a finestra", evitando quelle pesanti e le veneziane. La moquette andrebbe rimossa ma, se ciò non è possibile, va pulita almeno una volta alla settimana con un aspirapolvere dotato di un filtro ad acqua e di un adeguato filtro ad alta efficienza. I pavimenti più consigliabili sono quelli in ceramica o marmo, ma vanno bene anche quelli in linoleum o il parquet. Molto efficace si è rivelata anche la pulizia con vapore a 150° C. che uccide gli acari e distrugge le loro particelle fecali. Nella cameretta del bambino i giocattoli, i libri, i giornalini (tutti oggetti che facilmente accumulano polvere) devono essere tenuti il più possibile in armadi o cassetti.

Evitare gli animali di peluche e preferire giocattoli di metallo, legno, gomma. Per le pulizie domestiche dovrebbero essere usati panni umidi ed un aspirapolvere elettrico dotato di un filtro ad acqua (che è in grado di trattenere la maggior parte della polvere) e di un filtro ad alta efficienza (che impedisca la dispersione nell'ambiente degli acari depositati sul pavimento). Le pulizie non vanno comunque fatte in presenza del bambino ed è sempre bene arieggiare le stanze durante tali operazioni.

Il sistema di riscaldamento

Il sistema di riscaldamento può essere fonte di abbondante polvere: pulire perciò attentamente i termosifoni. Occorre fare attenzione a non aumentare l'umidità ambientale che favorisce, come già detto, la crescita degli acari: è perciò controindicato l'uso dell'umidificatore ed è sconsigliabile stendere la biancheria in casa. Utile può rivelarsi, nelle case umide o in periodi di umidità elevata, l'uso del deumidificatore. Nelle case fornite di aria condizionata l'applicazione di filtri può diminuire la concentrazione allergenica. Infine gli irritanti respiratori come il fumo di sigaretta, i detergenti per la casa, i cosmetici profumati, i prodotti di pulizia, i colori e le vernici fresche devono essere evitati o confinati in zone ben ventilate.

"Superigiene" pericolosa per la salute dei bambini. Un minimo di "sporco" aiuta ad evitare le allergie

L'attenzione spasmodica alla pulizia è dannosa per i bambini, perché favorisce l'insorgenza di allergie. La cosiddetta “ipotesi dell'igiene”, teorizzata già da diversi anni, ha finalmente una dimostrazione pratica, grazie a uno studio pubblicato da Science che ne ha identificato un possibile meccanismo. La ricerca è stata fatta su alcuni topi fatti vivere dalla nascita in ambienti sterili e nutriti con cibo privo di batteri. Le cavie “germ-free” hanno mostrato una grande infiammazione dei polmoni e del colon, simile rispettivamente all'asma e alla colite negli uomini. A causare l'infiammazione è stata l'iperattività di una classe di cellule del sistema immunitario chiamate cellule T, già legate in precedenza a queste patologie sia negli esseri umani che nei topi.

Troppa igiene espone i bimbi alle allergie - "Ancora più importante è stata la scoperta che esponendo topi senza batteri ai microbi durante le prime settimane di vita il sistema immunitario torna normale, mentre questo non succede se l'esposizione avviene in età adulta - spiega Richard Blumberg, ricercatore del Brigham and Women's Hospital di Boston - e questo è esattamente quanto afferma l'ipotesi dell'igiene. Lo studio ha anche scoperto alcuni fattori protettivi dalle allergie e dalle malattie autoimmuni che possono essere sfruttati".

Crosta lattea

La crosta lattea (popolarmente nota anche come lattime) o, più correttamente, dermatite seborroica infantile è un disturbo caratterizzato da una eccessiva secrezione di sebo, un materiale grasso che viene secreto dalle ghiandole sebacee e le cui funzioni principali sono quelle di proteggere la cute dagli attacchi ambientali e di evitare un'eccessiva disidratazione della cute stessa.

L'espressione crosta lattea è dovuta al fatto che, nella quasi totalità dei casi, questa particolare forma di dermatite seborroica si manifesta quando il bambino si nutre ancora esclusivamente del latte materno.

La crosta lattea può fare la sua comparsa fin dalle prime settimane di vita del bambino, ma tende a scomparire nel giro di pochi mesi (da tre a sei); in rari casi si possono però avere manifestazioni in età pre-adolescenziale.

La crosta lattea si presenta sotto forma di piccole squame e piccole croste leggermente untuose dalla colorazione giallognola. La crosta lattea si localizza generalmente sul cuoio capelluto, ma anche altre parti del corpo possono essere interessate dal disturbo. Le zone che solitamente risultano più colpite sono quelle intorno alle orecchie, le sopracciglia, le palpebre, la fronte, il mento e le pieghe inguinali.

Nella stragrande maggioranza dei casi la crosta lattea non è un fenomeno fastidioso per il bambino, il prurito infatti si verifica solo rarissimamente. I problemi sono perlopiù di natura estetica e di norma l'intervento di un medico non è necessario, fatte salve poche eccezioni relative a casi severi.

 

Cause e trattamento della crosta lattea

Le cause di insorgenza della crosta lattea non sono note con certezza. Pur essendo noto il fatto che essa è conseguente a una ipersecrezione sebacea, non è noto il fattore che scatena tale ipersecrezione. Alcuni autori ipotizzano che la causa scatenante il disturbo andrebbe ricercata in un'alterazione degli ormoni materni che si trovano nel circolo sanguigno del bambino; altri chiamano in causa il ruolo di un fungo, il Malassezia furfur, un lievito saprofita che si trova sulla cute di molte persone. Altri ancora ipotizzano che il disturbo sarebbe dovuto a intolleranze o allergie di tipo alimentare (allergia alle proteine del latte o intolleranza al lattosio); in quest'ultimo caso però dovrebbe sempre riscontrarsi l'associazione di crosta lattea, diarrea e coliche gassose, cosa che in realtà non si verifica con frequenza. L'ipotesi delle intolleranze e delle allergie alimentari appare alla maggioranza degli autori alquanto irrealistica.

La diagnosi differenziale si pone con infezioni quali la tigna e la scabbia la cui sintomatologia è abbastanza simile a quella della crosta lattea.

La crosta lattea è un disturbo benigno e autolimitante; come già accennato in precedenza tende a guarire spontaneamente nel giro di pochi mesi; tuttavia è possibile accelerare il processo di guarigione utilizzando blandi rimedi atti ad ammorbidire le croste che si sono formate sulla cute del bambino. A tale scopo è possibile utilizzare oli di tipo vegetale come quelli di borragine, di riso, di calendula ecc. la cui applicazione deve generalmente precedere di qualche minuto il lavaggio con lo shampoo. Sono invece controindicate in caso di crosta lattea le creme contenenti grassi animali perché potrebbero agire da fattore favorente la crescita del fungo Malassezia furfur.

Nei rari casi in cui il disturbo è associato a prurito si dovranno utilizzare i rimedi prescritti appositamente dal pediatra; tali rimedi, nei casi più severi, potrebbero essere pomate o creme cortisoniche.

MCS - SENSIBILITA' CHIMICA MULTIPLA

è una sindrome immuno-tossica infiammatoria simile, per certi versi, all'allergia e molto spesso scambiata con essa, poichè i sintomi appaiono e scompaiono con l'allontanamento dalla causa scatenante, ma le sue dinamiche e il suo decorso sono completamente diversi, ovvero si perde per sempre la capacità di tollerare gli agenti chimici (questo dal Iº stadio). E' una sindrome multisistemica di intolleranza ambientale totale alle sostanze chimiche, che può colpire vari apparati ed organi del corpo umano: "Le sostanze chimiche danneggiano il fegato e il sistema immunitario sopprimendo la mediazione cellulare che controlla il modo in cui il corpo si protegge dagli agenti estranei; i sintomi si verificano in risposta all'esposizione a molti composti chimicamente indipendenti e presenti nell'ambiente in dosi anche di molto inferiori da quelle tollerate dalla popolazione in generale".

Il corpo "cede" e non tollera più qualsiasi piccola traccia di sostanze di sintesi nell'ambiente, come insetticidi, pesticidi, disinfettanti, detersivi, profumi, deodoranti personali o per la casa, vernici, solventi, colle e prodotti catramosi, preservanti del legno (es.antitarlo), materiali dell'edilizia, carta stampata, inchiostri, scarichi delle auto, fumi di stufe, camini, barbecue, prodotti plastici, farmaci, anestetici, formaldeide nel mobilio, tessuti e stoffe soprattutto nuove, quindi tutto ciò che è di derivazione petrolchimica.

La MCS colpisce "tra 1,5 e il 3% della popolazione"(studio Heuser 1998 USA), ed è causa di moltissime patologie disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici: sistema renale; gli apparati respiratorio, cardiocircolatorio, digerente, tegumentario; sistema neurologico; sistema muscolo scheletrico ed endocrino-immunitario.

Nell'arco di pochi anni dalla manifestazione di MCS (stadio 1) i sintomi si cronicizzano e, senza un adeguato sostegno, la sindrome può avere conseguenze molto gravi sino a provocare emorragie, collassi, ictus o infarti. Ancora, l'infiammazione cronica, tipica dello stato di MCS, porta a sviluppare con alta incidenza forme tumorali e leucemiche. Questo evento clinico è frequente nella Sindrome del Golfo, ovvero dei Balcani (solo uno dei modelli di MCS). Si tratta di una sindrome che può colpire chiunque a qualsiasi età e classe sociale, ma soprattutto alcuni lavoratori particolarmente esposti a sostanze tossiche, in un rapporto uomini/donne di 1 a 3.

La MCS è irreversibile, progressiva e non esiste, al momento, una cura per il ritorno allo stato originario di tolleranza. Peggiorando nel tempo, in proporzione all'entità delle esposizioni chimiche e alla loro frequenza, si diventa inoltre "allergici" a molte sostanze naturali (es. legni resinosi, fiori) e intolleranti alla quasi totalità degli alimenti. "La Sensibilità Chimica Multipla è una delle malattie più gravi conosciute al mondo perchè implica una invalidità totale che porta all'isolamento fisico e impedisce qualsiasi forma di vita sociale".

I malati non possono neanche recarsi in ospedale qualora una reazione a determinate sostanze si presenti particolarmente forte o a rischio di vita. Gli ospedali infatti sono intrisi di sostanze chimiche quali medicinali, detergenti per la disinfezione degli ambienti e degli oggetti etc etc. Questo comporta che oltre a non poter avere un pronto intervento al malato non sia neanche consentito poter fare delle visite di controllo per altre patologie che può via via sviluppare. Purtroppo in Italia non ci sono centri dove i malati si possano recare, costruiti e pensati per le loro esigenze.

Questa malattia rende altamente invalidi in quanto per evitare tutte le sostanze chimiche il malato deve isolarsi ritirandosi a vita privata, evitare il contatto con gli altri che possono essere "contaminati" da sostanze chimiche ed evitare anche tutti i luoghi di vita sociale compresi scuole, palazzi istituzionali, lavoro, cinema, ristoranti etc etc. In molti malati si sviluppa anche forme di elettrosensibilità e questo comporta non poter usare o stare vicino a telefoni e telefoni, computer, tv, congegni cordless e wireless. La vita subisce uno sconvolgimento e isolamento pressochè totale e i familiari per poter vivere con il malato devono adeguarsi drasticamente al loro stile di vita.

La malattia è per ora priva di cura e degenerativa. La ricerca su una cura per la malattia è pressochè inesistente e non si hanno molti risultati. Sicuramente un modo per non peggiorare è l'evitamento di tutte quelle sostanze che possono creare problemi. In America, Canada, Germania e altri Paesi la malattia è riconosciuta e i malati sebbene non possano essere guariti vengono assistiti e tutelati. In Italia ancora ci si domanda se questa patologia esiste o meno.


SINTOMI DI MCS:


* mal di testa
* sintomi simili all'influenza
* asma o altri problemi di respirazione
* vertigini
* aumento della sensibilità agli odori
* confusione mentale
* meteorismo o altri problemi intestinali
* fatica e depressione
* perdita della memoria a breve e lungo termine
* esaurimento cronico

 

Le persone con MCS riportano molte condizioni di malattia come:
* irritazioni cutanee e lacerazioni della pelle persistenti
* infiammazione
* debolezza dei muscoli e dolori alle giunture
* allergie alimentari
* stordimento e formicolii
* perturbazione visiva
* problemi all'orecchio, al naso e la gola
* disturbi autoimmuni
* disturbi cardiovascolari
* irritabilità
* problemi genitourinari
* infezioni persistenti, specialmente dei lieviti
* l'apprendimento nei bambini

 

ALCUNE ESPOSIZIONI CHE SONO COLLEGATE ALLA MCS:
* esalazioni di nuovi tappeti o moquette
* fumi delle stufe a gas
* approvvigionamenti di prodotti per le pulizie
* vernici per la casa
* insetticidi e conservanti del legno
* fumi degli scarichi delle automobili
* nuovi materiali dell'edificio e gli arredi
* le sostanze chimiche tossiche che sono utilizzate nell'arte, nella fotografia, nella stampa, ecc.
* formaldeide nei nuovi abiti, nei libri e altri prodotti
* carta copiativa senza carbonio e inchiostri, macchina per fotocopie e stampanti laser e toner
* fumo passivo del tabacco
* profumi e fragranze
* solventi per la pulizia a secco
* detersivi e altri prodotti per le pulizie
* anestesia
* medicazioni prescritte
* colori artificiali, aromi e conservanti nei cibi, nelle bibite e farmaci

Ecco i 16 consigli pratici nel documento di "choosing wisely" della SIAIP

1. NON controindicare le vaccinazioni

2. NON escludere un alimento dalla dieta solo per la presenza di IgE specifiche.  

3. In caso di sospetta allergia alimentare NON eseguire test privi di validazione scientifica.

4. In bambini affetti da orticaria acuta NON eseguire di routine test allergologici.

5. NON diagnosticare una rinite come allergica senza una correlazione clinica con il tipo di sensibilizzazione per inalanti

6. Nel bambino con rinite allergica NON ritardare la terapia appropriata e, se i sintomi non sono controllati, utilizzare anche steroidi nasali e immunoterapia specifica.

7. Per i bambini allergici ai pollini si consiglia di ridurre l'esposizione allergenica

8. NON eseguire una dieta di eliminazione senza controllare la crescita e l’aspetto nutrizionale.

9. NON protrarre la dieta di eliminazione senza valutare periodicamente l’eventuale acquisizione della tolleranza.

10. Non prescrivere l’immunoterapia allergene specifica nel paziente con asma non controllato o precedenti di Anafilassi con l’immunoterapia specifica.

11. Nei bambini con dermatite atopica favorire l’allattamento al seno (senza dieta materna) per i primi sei mesi di vita.

12. Nei bambini con dermatite atopica considerare gli emollienti come il presidio base ma non aver paura di utilizzare lo steroide topico ai primi segni di ricaduta.

13. NON somministrare mucolitici in bambini con asma bronchiale.

14. NON fare il “pomfo di prova” per diagnosticare l’allergia ai medicinali.

15. NON “etichettare” il bambino come allergico a un farmaco solo sulla base del sospetto diagnostico.

16. NON prescrivere sempre esami in caso di Infezioni Respiratorie Ricorrenti.

Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica

Asma intermittente: linee guida

Per impostare un programma terapeutico corretto bisogna stabilire primariamente il livello di gravità dell’asma, sulla base della presenza dei sintomi, della loro frequenza e delle prove di funzionalità respiratoria.

Le Linee Guida GINA 2006 definiscono l’asma come INTERMITTENTE quando:

  • i sintomi diurni si presentano < di una volta a settimana;
  • i sintomi notturni si presentano 2 o < volte al mese;
  • il FEV1 o PEF è maggiore o = a 80%;
  • la variabilità di FEV1 o PEF è maggiore o = a 20%;
  • le esacerbazioni sono brevi.

Le nuove Linee Guida prevedono che la terapia di fondo sia condotta secondo un approccio progressivo a “step” o a gradini. Non è raccomandato nessun farmaco di fondo per i pazienti con asma intermittente. Pertanto, per i pazienti non trattati che presentano occasionalmente sintomi diurni o, ancor più raramente, notturni, di breve durata (poche ore) è indicata la terapia sintomatica al bisogno con beta-2 agonisti rapidi, che corrisponde allo step 1.

I corticosteroidi per via inalatoria (CSI) sono indicati, a basso dosaggio, come terapia iniziale per l’asma persistente lieve; come seconda scelta, per l’asma persistente lieve, sono indicati gli anti-leucotrienici (Montelukast) somministrati anch’essi come terapia di fondo e NON al bisogno. La terapia per l’asma persistente lieve corrisponde allo step 2.

I corticosteroidi per via orale, indicati solamente nello step 5, sono raccomandati solo per i casi di pazienti con asma non controllata con i farmaci previsti dagli steps precedenti.

L’uso regolare, come terapia di fondo, dei soli beta-2 agonisti NON è mai raccomandato.