Il nostro modo di mangiare influenza la nostra salute sia in senso negativo che positivo
Se siamo tutti d'accordo su questo punto, rimangono due domande:
In quale modo un'alimentazione concepita nel modo sbagliato provoca certe malattie? Qual è la dietetica ideale?
Le più recenti scoperte fatte nei vari campi della medicina e della biologia dimostrano come l'alimentazione moderna esercita i suoi effetti negativi, insieme ad altri fattori genetici ed ambientali. Le varie tappe che portano dallo stato normale allo stato patologico compaiono chiaramente. Alla sorgente di disturbi molto vari come la poliartrite (reumatoide), il diabete mellito della maturità, il cancro della mammella o l'asma, si riscontra l'alimentazione moderna, responsabile del passaggio in circolo di macromolecole batteriche ed alimentari nocive.
Il ritorno ad una nutrizione di tipo ancestrale, l'unica che conviene all'uomo, permette di ottenere dei successi sia chiari che frequenti in una grande quantità di malattie, solitamente considerate misteriose, e poco o non curabili.
Dobbiamo imparare a sfruttare l'azione positiva del cambiamento nutrizionale che è dimostrata per 91 malattie.
I risultati spesso straordinari della dieta diventano evidenti, sia dal punto di vista preventivo (aterosclerosi, cancro, ecc...) che dal punto di vista terapeutico (sclerosi a placche, depressione nervosa, morbo di Crohn, asma ecc...).
La nozione classica di una dietetica quantitativa, basata sul numero di calorie e l'equilibrio fra glicidi, lipidi e protidi, viene scambiata con un concetto nuovo, quello di una dietetica qualitativa, fondata sulla struttura delle molecole. Bisogna scartare quelle che l'organismo non è in grado di metabolizzare e tenere quelle che sono accessibili all'azione dei nostri enzimi.
Questo atteggiamento di buon senso, che venga associato o no alle classiche indicazioni farmacologiche, è spesso salvatore.
L'alimentazione di ieri deve occupare un posto di prim'ordine nella medicina di domani, sia nella prevenzione che nel trattamento della maggior parte delle malattie.
Il beneficio della supplementazione micronutrizionale
Per comprendere meglio i vantaggi della supplementazione nella micronutrizione, è necessario definire alcuni punti chiave.
Si possono distinguere due tipi di nutrienti nell’alimentazione :
- I Macronutrienti la cui classificazione è ben nota: glucidi, lipidi e protidi, che sono assorbiti in grandi quantità e producono l’energia necessaria all’organismo, e
- I Micronutrienti presenti in piccolissime quantità, meno noti e che sono assorbiti in quantità ridottissime (dell’ordine di microgrammi) e che svolgono importanti funzioni nel nostro organismo.
Questi micronutrienti consistono in vitamine (sono composti organici che si ritrovano in tutti gli esseri viventi sia animali che vegetali indispensabili per la crescita, per il mantenimento dello stato di salute e per il corretto funzionamento dell'organismo). Oligoelementi (costituiscono circa il 4-5% del peso corporeo, basilari per il benessere fisico e mentale, perché costitutivi di tutti i tessuti e dei fluidi degli organismi. Sono fattori importanti per il mantenimento dei processi fisiologici, rafforzano le strutture scheletriche, catalizzano molte reazioni biochimiche, sono importanti nella produzione di ormoni e anticorpi, e contribuiscono a mantenere il delicato equilibrio idrico. Tutti i minerali riconosciuti necessari per il corpo umano, devono essere presenti nella dieta, apportati come sostanze alimentari essenziali, che l’organismo non è in grado sintetizzare, o solo in quantità insufficienti. Acidi grassi polinsaturi ( indispensabili per la produzione di energia, per la formazione delle membrane cellulari, per il trasferimento dell'ossigeno dall'aria al sangue; per la sintesi di emoglobina, per la funzione delle prostaglandine, per il corretto equilibrio ormonale e per la produzione ormonale ad esempio del testosterone; la carenza di questi acidi produce astenia, pelle secca, deficit immunitario, ritardo della crescita, sterilità). Batteri della flora intestinale (produzione degli acidi grassi a catena corta, come l'acido acetico, propionico e butirrico. Queste molecole sono molto importanti per il nostro benessere, poiché rappresentano una fonte energetica per le cellule epiteliali dell'intestino. Sembra inoltre che l'acido butirrico protegga dal tumore del colon; la flora batterica modula i componenti del sistema immunitario intestinale ad azione pro-infiammatoria). Aminoacidi (intervengono nella sintesi proteica, necessaria per far fronte ai processi di rinnovamento cellulare dell'organismo). Lo studio di questi micronutrienti riguarda una disciplina molto interessante e complessa chiamata micronutrizione. Il vostro medico vi aiuterà a individuare e soddisfare i vostri fabbisogni nutrizionali e micronutrizionali al fine di orientarvi verso una sana alimentazione.
A causa dei moderni stili di vita alimentari (fast food, uso di pesticidi, alimentazione veloce….), possono verificarsi delle carenze di micronutrienti, che potranno essere la causa di disturbi funzionali dell’organismo.
Quanto più accentuata sarà la carenza di micronutrienti, tanto più forte saranno gli squilibri e le intolleranze, che provocheranno un malfunzionamento cellulare e, a lungo termine, dei sintomi clinici più o meno importanti.
La supplementazione di micronutrienti permetterà di riequilibrare ed eliminare questo tipo di carenze e permetterà il raggiungimento di uno stato cellulare ottimale, assicurando così un corretto funzionamento dell’organismo in generale.
Un trattamento personalizzato a livello sia macronutrizionale sia micronutrizionale è indispensabile ed è in questo ambito che il ruolo del medico esperto in micronutrizione si rivelerà molto utile.
Egli si porrà l’obiettivo di definire i rischi derivanti dalle carenze di micronutrienti, di cercarne la causa e di formulare un programma personalizzato di supplementazione in funzione della vostra alimentazione (dieta vegetariana, proteica, mediterranea, a restrizione calorica, ecc….).
In sintesi, la micronutrizione è una disciplina complessa che cerca di conciliare le conoscenze scientifiche attuali e di rapportarle ai disturbi funzionali dell’individuo derivanti da carenze di micronutrienti.
D’altra parte, il medico potrà basarsi sui risultati delle analisi biologiche di riferimento per individuare questo tipo di carenze di micronutrienti, e confronterà i risultati con le abitudini alimentari attuali.
Nutrizione Cellulare Attiva
Il concetto di salute, tempo fa inteso semplicisticamente come assenza di malattia, è stato ormai superato, anche perché tra questi due poli estremi c’è un ampio
e diversificato spettro di condizioni. Proprio da questa evidenza trae fondamento la Nutrizione Cellulare Attiva, introdotta dal dottor Claude Lagarde, Farmacista e Biologo, già impegnato presso l’Università di Montpellier
in attività di ricerca sull’azione degli oligolelementi, ed ora patron del Laboratoire Nutergia in Francia.
La Nutrizione Cellulare Attiva è un concetto terapeutico innovativo, finalizzato a restituire
l’equilibrio funzionale fisiologico ad ogni cellula intossicata, o carente di nutrienti, per ricondurre il paziente a quello stato di energia, vitalità e armonia che caratterizza per l’appunto lo stato di salute. Si tratta quindi
di apportare alle cellule i nutrienti con i dosaggi più adeguati stimolando le attività cellulari e normalizzando il loro equilibrio. Il principio fondamentale della terapia è l’individualità biochimica di ogni persona: identifica
l’origine dei disfunzionamenti cellulari, neutralizzandone non solo le manifestazioni sintomatiche ma anche le cause biologiche, con l’obiettivo di stimolare i naturali processi di autoguarigione nel rispetto dei tempi fisiologici dell’organismo.
“Le nostre cellule e organi funzionano in modo ottimale soltanto se il loro ambiente presenta delle caratteristiche biologiche precise”, afferma il dottor Régis Grosdidier, Medico Chirurgo
Allergologo, specialista in Micronutrizione e Biopsicoterapia presso il Centre de Nutriprévention et de Santé, recentemente a Torino per presentare le terapia alla classe medica italiana. “La loro attività può essere compromessa
da tre fattori: la carenza di nutrienti, quali per esempio acidi grassi polinsaturi essenziali, vitamine, oligoelementi; l’eccesso di tossine e radicali liberi e infine squilibri neurovegetativi. Una
condizione paradigmatica è rappresentata dalle malattie cronico-degenerative del Sistema Nervoso Centrale: una prima ipotesi patogenetica si basa su un mancato apporto di nutrienti dovuto per esempio ad alterazioni dell’assorbimento intestinale.
Un’altra ipotesi, considerata nella malattia di Parkinson, chiama in causa lo stress ossidativo, responsabile di un danno irreversibile alle cellule dopaminergiche che potrebbe essere tuttavia prevenuto o arrestato attraverso un impiego tempestivo di
antiossidanti. Una terza ipotesi patogenetica focalizza nuovamente l’attenzione sull’apparato digerente: la recente scoperta, avvenuta a Nantes a opera di gastroenterologi e neurologi che hanno riscontrato la presenza di lesioni delle strutture
nervose intestinali identiche a quelle osservate in sede cerebrale”. Un aspetto da ribadire è che la supplementazione deve essere personalizzata ma non improvvisata né tantomeno arbitraria: “il fai da te
può infatti rivelarsi controproducente, come per esempio nel caso di un individuo che, assumendo omega-3 senza vitamine o antiossidanti, rischia di veder peggiorare il proprio stato ossidativo” precisa Grosdidier.
Allo stesso modo si rivela del tutto inutile l’assunzione di integratori alimentari in presenza di un intestino funzionalmente alterato o compromesso e non è pensabile affrontare con un approccio nutrizionale una malattia di natura psicologica, senza un opportuno inquadramento. Ma in che modo la Nutrizione Cellulare Attiva si concretizza nella pratica clinica? “Premesso che essa può essere perfettamente integrata nell’operatività del medico, insieme all’eventuale prescrizione di farmaci o al ricorso a medicine complementari, il punto di partenza è costituito dalla definizione del PROFILO BIONUTRIZIONALE, e cioè la valutazione dello stato di funzionamento cellulare” afferma Grosdidier. Il profilo bionutrizionale viene ricavato dall’elaborazione computerizzata di un questionario (iOMET®) composto da 81 domande e permette di distinguere per ciascun individuo sette terreni (tre di carenze, tre di eccessi e uno che ha un ruolo di equilibrio):
- il terreno Carente di polinsaturi essenziali, associato a disturbi allergici, otorinolaringoiatrici, cutanei e asmatici
- il terreno Ipoglicemico, caratteristico del paziente con diabete, obesità, cefalee, vertigini
- il terreno Acido demineralizzato, che si accompagna per lo più a osteoporosi, dolori osteoarticolari, fragilità muscolo-tendinea e mucosa
- il terreno Neurodistonico, tipico dell’individuo con stanchezza cronica, ansia, depressione e disturbi del sonno
- il terreno Baso-colitico, associato a sindrome del colon irritabile, disturbi del transito gastrointestinale e candidosi
- il terreno Intossicato, frequentemente associato a malattie cardiovascolari e disturbi legati a inquinamenti (alcol, fumo, metalli pesanti) e infine
- il terreno Ossidato denaturato, che promuove accelerazione dell’invecchiamento, infiammazioni croniche e malattie autoimmuni.
Diagnosi individuale
Un questionario completo e dettagliato per definire e visualizzare carenze di micronutrienti e gli squilibri del paziente (stile di vita le conseguenze di una cattiva nutrizione, gli inquinamenti), indagare i disturbi funzionali degli squilibri caratteristici di ogni campo. Il questionario è compilato con il terapeuta in ambulatorio con un computer. Una volta ricevuta l'analisi computerizzata del questionario , automaticamente è elaborato il profilo bionutricionale del paziente, con un istogramma. Questo risultato sarà evidenziare il campo chiave per correggere gli squilibri e terreni differenti. La diversa rilevanza dei terreni, visibili con istogrammi, spiega la comparsa di una serie di disturbi funzionali e organici più o meno specifici (malattie della pelle, esaurimento nervoso, fragilità ossea, alterazioni nelle funzioni endocrine ...) che sono solo segni esteriori di interni disturbi biologici.
COME SI FA
Il trattamento, attraverso un’integrazione mirata e la diagnosi individuale e un questionario completo e dettagliato è possibile definire, visualizzare
carenze di micronutrienti e gli squilibri del paziente (stile di vita le conseguenze di una cattiva nutrizione, gli inquinamenti). E indagare i disturbi funzionali degli squilibri caratteristici di ogni campo. Il questionario può essere compilato con
il terapeuta in ufficio, o direttamente dal paziente in sala d'attesa. Una volta ricevuto, l'analisi computerizzata del questionario elaborano il profilo bionutricional del paziente, con un istogramma. Questo risultato sarà evidenziare il campo chiave
per correggere gli squilibri e terreni differenti. Queste terre sbilanciate favoriscono la comparsa di una serie di disturbi funzionali e organici più o meno specifici (malattie della pelle, esaurimento nervoso, fragilità ossea, alterazioni nelle
funzioni endocrine ...) che sono solo segni esteriori di interni disturbi biologici.adozione di un corretto stile di vita, richiede un tempo lungo e il trattamento del terreno squilibrato comporta due fasi, rispettivamente la detossinazione (o fase disintossicante),
che dura almeno un mese, e la ristrutturazione (o fase riequilibrante), che dura almeno due mesi” puntualizza Grosdidier. “La priorità viene data al terreno dominante, soprattutto se è particolarmente perturbato. Trascorsi
i tre mesi di cura, se il terreno dominante è unico, è opportuno insistere con i consigli nutrizionali, se invece più terreni sono squilibrati per oltre il 30%, conviene verificare che i sintomi del terreno o dei terreni sotto-dominanti
siano diminuiti o scomparsi. Nel caso invece di un importante squilibrio (superiore al 50%) si rende opportuno procedere con un secondo ciclo di detossinazione e ristrutturazione per ottimizzare i risultati. Un secondo bilancio nell’arco di sei mesi
permetterà di verificare che i consigli nutrizionali siano sempre stati rispettati e che i sintomi non siano in via di ricomparsa”.
La Nutrizione Cellulare Attiva, nella sua visione di armonia
fisiologica, si profila come una nuova disciplina e al tempo stesso uno strumento di cura e prevenzione a disposizione del medico specializzato nella Nutrizione Cellulare Attiva.
ESEMPIO: Potassio, elemento fondamentale
Il potassio è il principale catione intracellulare, essenziale in quanto non sostituibile da altri elementi. Un maschio adulto contiene circa 110-140 g di potassio (corrispondenti a circa 1,6-2g/Kg di peso corporeo); almeno il 95% è intracellulare, la quota rimanente si trova nel liquido extracellulare. Questa compartimentalizzazione viene mantenuta dalla pompa sodio-potassio ATPasi dipendente, di fondamentale importanza per il controllo della pressione osmotica e dell’equilibrio acido-base. Per ogni tre ioni sodio estrusi dalla cellula nel compartimento extra-cellulare due ioni potassio passano nel compartimento intra-cellulare, mantenendo costante il gradiente ionico di questi due elementi ai due lati della membrana. Il processo di defosforilazione dell’ATP nella pompa sodio-potassio è una reazione Mg2+ dipendente ed è per tale motivo che un corretto apporto di magnesio è strettamente legato a quello del potassio.
Il Potassio+, nella sua formulazione di sale bicarbonato di potassio, è stato appositamente studiato per consentire una complementazione ottimale in corso
di dieta proteica al fine di assicurare, non solo un apporto di potassio conforme agli RDA, ma anche di preservare l’equilibrio acido-basico. La presenza del bicarbonato consente di esercitare un importante effetto tampone sull’acidosi tendenziale,
legata alla presenza dei corpi chetonici, di preservare l’integrità ossea (diminuzione dei valori della calciuria, miglioramento del bilancio fosfato/calcico, aumento della densità media ossea). L’effetto tampone del bicarbonato
di potassio contribuisce inoltre ad una riduzione della gluconeogenesi ( protezione della massa magra) e dell’eliminazione renale dei residui azotati (ammonio, urea), come dimostrano gli studi condotti su donne in menopausa.
Il magnesio marino permette
di garantire l’efficienza della pompa sodio-potassio che, come è noto, è magnesio-dipendente, di esercitare un’effetto tampone sull’acidità gastrica (contrariamente al cloruro di potassio) e di diminuire la produzione
gastrica di CO2, aumentando la tolleranza e la compliance.
La prescrizione di Potassio+ è indispensabile durante la dieta proteica
Dal momento che il potassio è un catione prevalentemente intracellulare, il dosaggio sierico della kaliemia può non rappresentare il giusto indicatore delle sue riserve. Soltanto la clinica è in grado di segnalare in modo precoce ed affidabile una sua eventuale sub carenza. Sintomi di sub carenza: debolezza muscolare (che contrasta con la sensazione di benessere legata allo stato di chetogenesi), crampi e/o dolori muscolari (apprezzabili a partire dai grossi gruppi muscolari: cosce e para vertebrali).
Onorario professionale
Visita specialistica Medicina Integrata
- Anamnesi Alimentare (dieta)
- Indagine BIA e correzione nutrizione
- Micronutrizione IOMET
- Terapia Regmatex
- Idrocolonterapia
* Lo specialista durante la visita programma le indagini successive in base alla clinica. Il costo della prestazione globale non è la somma algebrica delle stesse, ma un'integrazione utile e necessaria per il supporto decisionale che fa parte di un pacchetto-programma e quindi non graverà particolarmente sul costo finale della prestazione (Es. costo prestazione singola + metà della successiva) . Alcune prestazioni saranno spalmate in sequenza tra prima e seconda visita di II° livello diagnostico strumentale clinicamente orientate
Questionario Iomet
Scarica il questionario, compilalo e invialo a dott.rosa@tin.it